Massaggio privato

I

Andavo almeno una volta al mese a farmi fare un massaggio presso un centro benessere. Avevo fatto amicizia con, Krystal, la ragazza che si prendeva cura di me, fin dalla prima volta. Eravamo entrati molto in confidenza, sia con le parole – le avevo confidato dei pensieri di cui non avevo parlato a nessun’altro, grazie al fatto che per certi versi rimaneva comunque una sconosciuta – sia con il corpo – mi aveva ormai toccato ovunque e con lei avevo smesso di portare il perizoma di carta per massaggi.

Mi preannunciò un regalo, dopo tutte quelle sedute me ne avrebbe offerta una “speciale”. Dovevo andare lì il giorno di chiusura del centro benessere che quindi sarebbe stato tutto per me. Non mi volle dire cosa aveva in mente, mi garantì soltanto che mi sarebbe piaciuto.

Io, chiaramente, mi aspettavo che il massaggio sarebbe virato verso qualcosa di sessuale. Tra noi non c’era mai stato niente anche se ci eravamo confidati diverse cose anche in quell’ambito. Da parte mia non c’era certamente nessuna remora, seppur fossi fidanzato, dato che Krystal era, oltre che più giovane di me, anche molto carina.

II

Arrivai e, dopo i convenevoli, feci quello che sempre facevo. Mi spogliai nella cabina per il massaggio ed andai a fare una doccia.

Finita la doccia, cercai l’asciugamano che avevo appeso fuori e non lo trovai. Guardai per terra, per vedere se fosse caduto ma non c’era. “Deve essere Krystal che mi ha fatto un scherzo.” pensai, d’altra parte non doveva esserci nessun altro nel centro.

Uscii e, un po’ gocciolante, andai verso il corridoio, verso lo stanzino per i massaggi. C’era Krystal, ma non era sola. Insieme a lei c’erano altre due massaggiatrici, che conoscevo di vista. Una era Lucia, una ragazza della mia età con lunghi capelli neri ricci e due tette enormi. L’altra era Carla, la titolare, una bella donna intorno ai 40, bionda, alta e formosa.

Rimasi un attimo interdetto, mi portai istintivamente le mani a coprire il sesso, mentre Krystal venne verso di me ed inizio ad asciugarmi con l’asciugamano che mi aveva sottratto.  Quando ritenne che fossi asciutto indietreggiò e rimasero tutte e tre a guardarmi.

“Su, togli quelle mani. Lasciati guardare.” Mi disse Carla.

Lo feci, in fondo non mi dispiaceva la situazione. Ero sempre stato un po’ esibizionista e mostrarmi nudo di fronte a tre donne era una cosa stuzzicante. In effetti, sentendomi così osservato, cominciai ad eccitarmi ed il mio membro iniziò ad alzarsi.

“Guardate, ragazze, si sta eccitando.” Aggiunse Carla con una risatina.

“Ve l’avevo detto, che era uno che meritava, no?” Disse Krystal.

“Già.” rispose Lucia “Niente male.”

III

Krystal venne verso di me e si mise proprio dietro, quasi aderente al mio corpo, in modo che potesse parlarmi nell’orecchio.

“Ti piace mostrarti nudo davanti a tre donne?”

Io annuii, deglutendo. Il mio cazzo aveva raggiunto quasi l’eccitazione massima.

“Anche a noi piace guardarti, sai? Non solo a voi uomini piace guardare un corpo nudo, anche a noi donne, specialmente quando è in forma come il tuo, ed io il tuo lo conosco bene… Vedo che ti eccitano i nostri sguardi, vedo che la mia sorpresina già ti piace, ma non sai ancora cosa ti aspetta…”

“No…” mormorai anche se una mia risposta non era richiesta

Krystal intanto aveva cominciato ad accarezzarmi la schiena e, abbracciandomi da dietro, il petto.  Con una mano scese ed arrivò ad afferrare il pene.

“Ooooh, senti qua se siamo duri… Ragazze, dovreste sentire che effetto gli fate.”

Loro intanto si erano avvicinate. Krystal, stringendomelo, tiro in basso la pelle, scoprendo del tutto la cappella.

Carla allungò una mano e con il dito indice massaggiò delicatamente la punta del pene, bagnandosi il dito nel liquido che già aveva cominciato a fuoriuscire. Io sussultai.

“Cosa ti sta facendo? Dimmelo, che non vedo…” mi sussurrò Krystal nell’orecchio.

“Mi… mi sta toccando…”

“Ssssh.” fece Carla mettendomi il dito con il quale mi stava stimolando sulle labbra, sotto al naso, nel tipico gesto di quando si chiede silenzio. Il dito era umido.

“Leccaglielo.” Fece Krystal con me. Io obbedii e Carla prontamente inserì le prime due falangi nella mia bocca.

“Lo senti? E’ il tuo stesso sapore.”

IV

Krystal aveva mollato la presa sul mio membro e aveva portato entrambi le mani sui miei glutei. Li accarezzava lievemente, oppure li strizzava o li impastava.

“Sai, loro due non sono venute solo per vedere il tuo cazzo, ma anche per vedere il tuo culo. Ho detto loro che è il più culo che mi capita di massaggiare, così sodo, muscoloso, rotondo. E gli ho anche raccontato di come ti piace quando te lo massaggio. Non tutti gli uomini si fanno toccare volentieri quella parte del corpo. A te invece mi sono accorta che ti piace, mi accorgo di come reagisci quando ti tocco lì in mezzo, di come ti diventa duro.”

Io lasciai uscire un gemito. Per fortuna nessuno più stava toccandomi il pene, altrimenti sarei probabilmente venuto.

“Cosa dici? Ci giriamo così lo possono vedere meglio il tuo bel culetto, eh?”

Annuii con la testa.

“Ecco, ragazze, guardate che bel culo che vi ho portato. Anche gli uomini possono avere un bel culo, non è vero? E lo sapete che a lui piace quando glielo tocco. Dovreste vederlo come cerca di spalancare le chiappe quando le mie dita si avvicinano.”

Udii la approvazione delle altre due donne.

“Dai, faglielo vedere bene, apriti le chiappe con le mani. Piegati un po’ in avanti… ecco appoggiati a me.”

Eseguii le mosse. Sentii due mani che mi toccarono, sentii un dito – probabilmente lo stesso di prima – che mi sfiorò l’ano e la pelle circostante.

“Ti sei mai mostrato così ad una donna?” io mormorai una risposta negativa. “Quante volte lo hai desiderato? E, dimmi, ti hanno mai leccato lì sotto, qualcuna ti ha mai infilato la lingua nel buco?”

“No.” dissi io e quasi mi sentii svenire. Il cazzo pulsava ed era duro come non mai. Se qualcuno me l’avesse sfiorato sarei venuto all’istante. Io mi tenevo a Krystal per non cedere alla tentazione di toccarmi.

“Qua bisogna togliere un po’ questi peli, però.” disse Lucia.

V

Mi fecero mettere su una poltroncina, con il culo in fuori. Andarono a prendere una crema ed un rasoio. Con poche e sicure mosse mi depilarono completamente la zona perianale.

“Sentila.” Mi dissero prendendomi la mano e portandola sulla zona. “Sei liscio come un bimbo.”

“Oh,” mi fece Crystal nell’orecchio, con tono preoccupato. “Ma se la tua ragazza si accorge che lì sotto sei depilato cosa le dici? Non le racconterai mica quello che ti abbiamo fatto, no? Di solito ti tocca lì?”

“Beh, sì, quando mi fa un pompino a volte infila un dito.” sussurrai in risposta

“Avete sentito?” disse Krystal, “Come pensavo gli piace anche essere penetrato.”

“Davvero? Allora posso?” chiese Carla con tono speranzoso.

“Aspetta, lascia prima fare a Lucia.”

Sentite queste parole Lucia fece quello per cui mi avevano depilato, ovvero si mise a leccarmi tutta la zona.

VI

Ci spostammo sul lettino per massaggi dove mi misi a pancia in giù. Mi massaggiarono tutte e tre contemporaneamente, alternandosi una nella parte alta, una sulle gambe e una costantemente sulle natiche. Carla non indugiò molto prima di introdurre prima uno poi due dita nel mio culo. Sotto di me sentii il pene eruttare lentamente una gran quantità di sperma.

Al termine del lungo massaggio io mi addormentai, risvegliandomi poco dopo mentre Krystal stava rianimando il mio pene floscio leccandolo e mettendoselo in bocca. Le altre due non c’erano più.

“Sei tutto sporco, vieni che andiamo a fare una doccia.” Mi condusse verso le docce tirandomi per il pene. In corridoio c’erano Carla e Lucia sedute sulle poltroncine che chiacchieravano. Mi guardarono sorridendo.

Sotto la doccia ero inerte mentre Krystal mi insaponava e mi sciacquava in modo quasi amorevole. Nonostante il trattamento il pene rimaneva flaccido, come spossato per l’attività precedente. Krystal ne sembrò quasi delusa.

“Beh, hai già finito le energie? Cosa c’è che ti può risvegliare, eh?”

“Forse questo.” dissi io stringendole una chiappa con la mano. Tante volte avevo osservato il culetto di Krystal, coperto da una tuta aderente e da un perizoma, mentre mi massaggiava.

“Davvero? Ok, andiamo fuori.”

Ci asciugammo velocemente. Poi Krystal si appoggiò al lavandino e inarcò indietro la schiena. Prese un tubetto di crema che c’era lì a disposizione e se lo iniziò a spalmare di dietro. Attraverso lo specchio mi guardava con sguardo lussurioso.

“Beh, che aspetti?” mi chiese. Io, distratto dallo spettacolo, controllai di avere il cazzo duro e mi avvicinai afferrandola per i fianchi.

VII

Era la prima volta che ritornavo al centro massaggi, dopo quella sconvolgente esperienza. Entrando vidi subito Carla e la salutai arrossendo. Lei sorrise e chiamò a voce Krystal che arrivò allegra e pimpante come al solito.

Mi spogliai, feci una doccia e poi mi stesi nudo sul lettino. Krystal entrò nello stanzino.

“Solito massaggio?” chiese, professionale.

“Beh, sì, solito.”

“Che c’è vuoi fare qualcosa di nuovo?”

“No, no. Va bene il solito.”

“Ricordati, quello è stato un regalo.” Mi disse dopo un po’ che mi massaggiava la schiena.

“Quindi è irripetibile?” chiesi.

Rimase un po’ in silenzio. Spostò le mani sui glutei. Li unse di olio e, rapidamente, fece scivolare un dito in mezzo, infilandolo nell’ano.

“Mai dire mai.” rispose.

 

Uomini oggetto

I – lei

“guarda, o me lo porti a far vedere o mi mandi delle foto. però, se mi mandi delle foto ti chiedo che almeno una sia fatta con a fianco una scritta o un giornale che testimoni che non è fasulla e che è recente.”

“capisco” risposi. “credo sia più facile con le foto.”

“va bene, però se ha problemi a farsi vedere nudo da me non credo sia adatto alla festa.”

“non si preoccupi. l’importante è che venga accettato da lei. dopo mi occupo io di prepararlo e di convincerlo. so già come. gli prometterò qualcosa.”

“ok. io allora attendo le foto. non prometto niente. il fisico deve essere perfetto.”

“lo è, lo è.”

II – lei

“mi spieghi a cosa serve questa cosa? cosa vuol dire questa scritta? per chi è questa foto?” era sospettoso e un po’ imbarazzato.

“ti ho già detto di fidarti di me. ti spiegherò tutto.” intanto preparai l’inquadratura e studiai l’esposizione. “ce la fai a fartelo venire duro?” aggiunsi quando ero pronta.

“ok.” cominciò a toccarsi con la mano. “dopo però preparati che ti salto addosso.” disse in tono scherzoso ma sincero.

III – lei

“non so ancora perchè ho accettato questa cosa.” disse mentre guidava verso la villa luogo della festa.

“bugiardo. lo sai benissimo.” gli risposi, in tono malizioso.

“ok. sì. mi hai promesso il tuo culo. ma era necessaria una cosa del genere per averlo?”

“probabilmente no, ma infatti sono sicura che non è per quello che hai accettato.”

“ah no? e per cosa quindi?”

per qualche istante non risposi, lasciando in sospeso la conversazione. poi allungai una mano fra le sue gambe, trovandolo già duro.

“perchè sei tremendamente eccitato all’idea di farlo. sei un esibizionista e la situazione di lieve sottomissione ti stuzzica.”

non rispose subito. deglutì.

“forse hai ragione.” fece una pausa. “ma era proprio necessaria la depilazione totale?”

“te l’ho detto: fa parte del dress code della serata.”

IV – lei

lo attesi sulla porta dello spogliatoio, nel corridoio che portava alle sale della festa. io ero tiratissima, con un vestito da sera elegante e aderente sul mio corpo e scarpe con tacco 12. il mio uomo uscì dalla porta ed era totalmente nudo, col cazzo già in mezza erezione, e con una maschera che gli copriva il volto.

entrammo nel salone tenendoci a braccetto. c’era già molta gente. tante ragazze, belle ed eleganti, e tanti ragazzi, tutti completamente nudi e tutti con fisico palestrato. alcuni mostravano il segno dell’abbronzatura, altri no, ma ad essere più stimolanti erano forse i primi, perchè significava che per loro la nudità non era una cosa consueta.

le regole erano chiare. gli uomini, oltre a restare nudi per tutta la serata, erano a totale disposizione delle donne che, se volevano, potevano toccarli ed usarli come volevano, a prescindere che fosse il loro compagno o quello di un’altra.

sentii sobbalzare il mio uomo al mio fianco. una ragazza gli aveva appena palpato il sedere, insinuando anche un dito fra le chiappe.

V – lei

“ottimo. le foto non mentivano.” disse l’organizzatrice della festa osservando il mio compagno. “fammi vedere se è svestito adeguatamente.” fece un cenno con la mano per indicare che si girasse. io capii subito cosa voleva vedere e lo feci piegare in avanti aprendogli contemporaneamente le chiappe con le mie mani.

“perfettamente liscio.” disse compiaciuta, passandogli un dito tra le pieghe dell’ano. “ottimo. è vergine?”

“sì” risposi io istintivamente anche se stupita dalla domanda.

“voglio sentirlo da lui. ti hanno mai scopato in questo bel culo sodo e accogliente?”

“no, signora.”

“però l’idea che accada ti stimola, non è vero?”

annui, dopo una esitazione, deglutendo. di questo non si era parlato prima. e la sua risposta mi colpì molto.

VI – lei

“che cosa voleva dire? di questo non me ne avevi parlato. si era detto che sarei stato nudo tutto il tempo, che sarei stato toccato da te e magari da altre ragazze. si era parlato di possibili scopate o pompini. perché mi ha fatto quella domanda? cosa mi hai tenuto nascosto?” sembrava innervosito. il cazzo però era duro e puntava verso l’alto.

“non lo so. non ne so niente neanche io. ma tu, perché hai risposto sì?” abbassò gli occhi, imbarazzato da questa mia domanda.

“perché non sono riuscito a mentire.” confessò.

“cioè, vorresti dire…” non riuscii a finire la frase.

“sì.” rispose lui secco, come per interrompermi. “sarei curioso di provare.”

“perchè non me l’hai mai detto?”

“ti pare una cosa facile da chiedere alla propria donna?” rispose seccato.

VII – lei

quel dialogo fu interrotto da un brusio della sala. stavano entrando due uomini, in livrea da camerieri, gli unici uomini vestiti in quella sala. portavano un grande vassoio. su di esso vi era una pila di falli in lattice di vari colori e dimensioni. alcuni di essi avevano attaccate delle cinghie in modo che si potessero legare in vita.

molte ragazze si avvicinarono, con il chiaro intento di impossessarsi di uno di quegli oggetti.

“direi di cogliere il momento. ora o mai più. che ne pensi?” chiesi al mio ragazzo, che appariva turbato e non rispose.

“vado a prenderne uno.” dissi. “anzi, vallo a scegliere tu.” mi corressi, maliziosa.

lo vidi infilarsi in mezzo a quella ressa di ragazze, quasi l’unico maschio. vidi che ne approfittarono per toccarlo e a quanto intuii per chiedergli consiglio su quale dildo scegliere per il proprio partner.

VIII – lei

lo feci mettere su un divanetto, con le ginocchia sulla seduta e le mani appoggiate allo schienale. in questo modo poteva mettere in bella mostra il sedere. alcune persone si radunarono attorno a noi, attirati dai nostri movimenti. nei suoi occhi, l’unica parte del viso visibile da dietro alla maschera, colsi una espressione di profonda lussuria mista a vergogna.

lo lasciai a lungo in quella posizione mentre io mi allacciavo il fallo indossabile e lo lubrificavo per bene. attorno a me ascoltavo i commenti osceni di alcune spettatrici.

“posso preparartelo io?” mi chiese una, più intraprendente delle altre.

“come?” chiesi io.

“con la lingua.” rispose

“prego, fai pure.” indicai le chiappe spalancate del mio uomo. lei si tuffò fra esse umettando con la lingua il suo buchetto, ancora per poco, vergine.

IX – lei

non riuscivo più a smettere. lo stavo sodomizzando da diversi minuti. lo strap-on che indossavo mi provocava piacere premendo contro il mio monte di venere. avevo già avuto un paio di orgasmi. anche lui aveva goduto e a quanto pare continuava a farlo. il pubblico mi incitava e qualcuno, per l’eccitazione, aveva cominciato a dare spettacolo a sua volta.

dopo un po’ mi scostai, esausta, ma lui non fece quasi in tempo ad accorgersi della pausa. venni infatti immediatamente sostituita da una donna al mio fianco. li guardai per un po’ ma poi trovai stuzzicante lasciarlo solo e andare in giro a godermi la festa.

X – lei

venne annunciato un concorso di bellezza. i ragazzi vennero fatti sfilare su una parte rialzata della sala e messi in bella mostra. noi ragazze, con urla, fischi e applausi dovevamo mostrare l’apprezzamento per i vari corpi nudi e oliati per l’occasione.

fui molto orgogliosa nel vedere il mio uomo arrivare a giocarsi la vittoria con un altro ragazzo, decisamente figo. mi preparavo a fare più casino possibile quando ci fosse stato da votare per il mio ragazzo, ma quando l’organizzatrice spiegò cosa avrebbe fatto il vincitore nei confronti del secondo rimasi per un po’ indecisa.

urlai la mia approvazione per l’altro e con me ci fu la maggioranza delle donne. osservai quindi con lussuria l’atto che spettava al più bello:  sodomizzò, lì sul palco, il secondo classificato.

XI – lei

ci svegliammo molto tardi il giorno successivo. il mio ragazzo mi scivolò sopra quando ancora ero nel dormiveglia. non ci dicemmo nessuna parola. mi cominciò a scopare con dolcezza ma con molta decisione. ad un certo punto mi fece girare e appoggiò il suo sesso in mezzo alle mie natiche. con molta naturalezza lo accolsi dentro. andammo avanti a lungo. io ero un giocattolo nelle sue mani, mi lasciai fare tutto quello che volevo. percepii la sua volontà di ribadire, più con se stesso che con me, il suo ruolo di maschio dominante che probabilmente sentiva essere stato messo in dubbio dalla serata precedente.