Sì, lo voglio (2a parte)

Una sposa a cui piace farsi scopare…

Erano circa le 3 di notte quando gli ultimi invitati se ne andarono. Noi avevamo riservato una stanza nel posto in cui si era svolto il ricevimento, per passare la prima notte di nozze, una notte d’amore.

Ero impaziente. Nonostante la giornata infinita, la preparazione, la cerimonia, le chiacchiere, i balli, la cena, le abbondanti bevute, non vedevo l’ora di rimanere sola col mio neo marito e godermela. Nel vero senso della parola. Ero eccitata, più di quanto mi sarei aspettata dopo una giornata così. Forse in quello c’entrava anche quella piccola divagazione col fotografo e l’aver di conseguenza continuato la festa senza intimo sotto al vestito da sposa. Mi ero anche divertita a rischiare qualche volta, muovendo e alzando un po’ troppo la gonna oppure facendo qualche passo di danza un po’ audace. Nessuno aveva visto nulla, sicuramente, ma mi era bastato per mantenere alta la voglia di trasgressione.

Presi in giro mio marito perché non aveva intenzione di entrare nella stanza tenendomi in braccio, come da tradizione. Diceva che non era in grado, era troppo stanco e mezzo ubriaco. L’avremmo fatto il giorno dopo, tornando a casa nostra, mi promise.

Era una bella stanza, grande e con un gran letto. Perfetta per concludere degnamente quella serata del nostro matrimonio.

“Vado un attimo a bagno, tu aspettami.” gli dissi con tono seduttivo e provocante. Lui mi sorrise ma non sembrava del tutto in sé.

Ci misi qualche minuto. Dovevo pisciare e rinfrescarmi. Poi pensai a come presentarmi di là da lui. Mi slacciai la gonna del vestito e rimasi così. Mi guardai allo specchio. Mi sentivo figa. Dal basso all’alto: tacchi, calze bianche con reggicalze, niente mutande e poi il corpetto del vestito. Già mi immaginavo la sua faccia allupata quando sarei uscita dal bagno.

E invece dormiva. Era crollato sul letto. Russava.

Mi si spensero parte degli ardori. Andai verso di lui, sculettando inutilmente sui tacchi, col pelo della fica in bella vista. Lo scossi. Cercai di svegliarlo. Non ci riuscii. Insistetti un po’. Lui si lamentò e si girò dall’altro lato, incominciando a russare ancora più rumorosamente. Provai anche a spogliarlo. Gli sbottonai pantaloni e gli abbassai le mutande. Era ovviamente moscio e mi abbassai per provare a stimolarlo e di conseguenza ridestarlo insieme al suo padrone. Niente da fare.

“Bel cazzo di prima notte di nozze.” mormorai fra me e me, molto contrariata.

Tornai in bagno molto seccata. Di nuovo davanti allo specchio pensai che si stava perdendo una gran figa. Mi sarei scopata da sola. Ed ero ancora troppo eccitata. Mi sfiorai, mi toccai. Pensai che avrei fatto da sola. Era triste masturbarsi la prima notte di nozze? Forse, ma avevo troppa voglia.

Tornai in stanza e mi misi a letto. Togliendomi scarpe e corpetto, rimanendo nuda in calze e reggicalze. Magari il maritino si degnava di svegliarsi ad un certo punto. Però ero ancora eccitata e mi sentivo molto sveglia, ancora su di giri. Presi il telefono. Trovai un po’ di messaggi tra cui anche uno del fotografo, di pochi minuti prima. Era una foto. Una di quelle.

Sorrisi per la sua audacia nel mandarmela e ripensando a quella situazione. Mi eccitai ancora di più. Gli risposi per ringraziarlo. Era online e lesse subito il messaggio.

Decisi di osare. Non ci pensai su più di tanto. Diedi giusto uno sguardo verso l’uomo che mi russava al fianco e poi feci quello che avevo pensato. Mi fotografai la fica nuda. Venne fuori una foto scura e sgranata. Ma la mandai lo stesso, al fotografo.

“Questa rimarrà intonsa ancora per un po’, da sposata.” scrissi come didascalia.

“Ma come? Il maritino non approfitta?” rispose lui, quasi subito.

“Il maritino russa.” dissi aggiungendo una faccina delusa.

“Te l’ho detto che dovevi approfittarne prima, con me.” disse lui.

“Sono ancora in tempo?” risposi di getto. Poi me ne pentii subito. Cosa stavo facendo? Sexting la notte di nozze.

“Non sono lontano. In un quarto d’ora sono lì.” rispose lui, laconico.

“Dai, stavo scherzando.” gli scrissi, per rimediare.

“Io no. Se ti stufi di scherzare basta che me lo dici.”

Risposi con una faccina.

Lui non aggiunse altro. Io dovevo sfogare la mia eccitazione. Quella breve conversazione non aveva fatto altro che aumentarla. Avevo brevemente riaperto una opportunità di trasgressione e mi era piaciuto, anche se era troppo folle per essere portata avanti. Mi masturbai dolcemente per diversi minuti, con mio marito a fianco che continuava a dormire profondamente.

Vidi una nuova notifica sul cellulare. Era di nuovo il fotografo. Non mollava. D’altronde lo capivo, per lui era sicuramente meno problematico ed era una occasione irripetibile, quando mai l’avrebbe trovata un’altra neo sposa così allusiva e apparentemente disponibile?

“Non ti sei ancora stufata di sentirlo russare?” mi aveva scritto.

“Un po’ sì.” risposi aggiungendo una linguaccia.

“Io sono qua. Se vuoi salgo.”

“Cosa vuol dire che sei qua?”

“Sono tornato indietro. Sono nel parcheggio.”

“Ma cosa sei tornato a fare?”

“A salvare una sposa verginella.”

“Scemo.”

Uscii dalla stanza. Nuda com’ero. Guardai alla finestra del corridoio che dava verso la zona di parcheggio. In effetti era lì.

“Ok, sali.” gli scrissi. “Ma non faremo niente.”

Non sapevo bene neanche io cosa stavo facendo. Pensavo di giocare solo un altro po’ a provocarlo. Un po’ di divertimento innocente, o quasi. Controllai che io mio neo marito ancora dormisse della grossa. Presi la vestaglia e la indossai e tornai fuori dalla stanza. Poi vidi sbucare nel corridoio il fotografo.

“Ho la macchina fotografica. Se vuoi fare altre foto.” mi disse mostrandomela.

Poteva essere una buona idea. Altre foto erotiche nella penombra di quella residenza di campagna. Un buon modo per giocare senza esagerare. Lasciai cadere a terra la vestaglia. Ero nuda.

Mi disse di appoggiarmi al davanzale. Dalla finestra entrava un po’ di luce e poteva in quel modo cogliere le forme del mio corpo. Sentii qualche scatto, poi si interruppe. Si stava slacciando i pantaloni e tirando fuori quel suo bel cazzo.

“Vogliamo riprendere da dove ci hanno interrotti?” mi chiese.

Io non gli risposi ma rivolsi verso di lui le mie terga, come se mi vergognassi di quel gesto. E in effetti c’era da vergognarsene. Fedifraga il giorno delle nozze. Povero mio marito, che intanto si sentiva russare da oltre la porta.

“Allora dillo.” mi fece lui.

“Cosa?”

“Dillo.” intanto mi appoggiò il cazzo contro le labbra della fica.

“Ma cosa?”

“Quello che hai detto oggi.” capii e gradii la sua mente perversa.

“Sì, lo voglio.” dissi con solennità.

“Brava.”

“Fai piano.” sussurrai, terrorizzata che qualcuno potesse sentirci.

Forse lui lo intese come un fare piano col suo cazzo o forse era il suo modo di scopare, ma me lo infilò nella fica, da dietro, con lenti movimenti controllati e profondi. Io ero un lago e già solo il sentirmi aprire mi faceva godere. Poi lui con una mano andò a stimolarmi da davanti e questo mi fece quasi collassare. Con l’altra mano mi tappò la bocca, intuendo che potessi quasi urlare di piacere.

“Com’è il primo cazzo da sposata?” mi sussurrò nell’orecchio.

Gemetti in risposta.

“Ti piace che non sia quello di tuo marito, vero?”

Altro gemito.

“Sei proprio una puttana, vero?”

Sentii le gambe tremare e l’orgasmo avvolgermi.

“Io a questo punto vorrei fare l’en plein

“Cosa vuoi dire?” chiesi ansimando poco lucida.

“Il primo cazzo duro che hai toccato da sposata… il primo cazzo che hai preso in bocca da sposata… il primo cazzo che ti ha scopata da sposata… manca solo una cosa…”

“Co… cosa…?” non feci in tempo a dire qualcosa che sentii il suo cazzo ancora durissimo appoggiarsi e farsi strada tra le mie chiappe. Si sputò abbondantemente in mano per poi spalmarsi la saliva sul cazzo.

“A… aspetta…” mormorai.

“Non vuoi? Non ti piace?”

“Sì, sì mi piace, ma…”

“Non sei a posto?”

“No, no sarei anche a posto…” risposi pensando che poco prima in bagno mi ero data una bella pulita proprio lì.

“Allora cosa c’è? Ci so fare, ti piacerà.”

“È che… quello era dedicato a mio marito per questa notte… era una sorta di regalo di nozze.”

“Nel senso che non l’hai mai fatto?” mi domandò stupito.

“No, no. Non l’ho mai fatto… con lui.”

“Cioè a tuo marito non hai mai dato il culo? Ma lo hai dato ad altri… prima di lui?”

“Sì… prima di lui… e anche mentre ero con lui…”

Il fotografo ridacchiò.

“Sei proprio una puttanella. Dillo di nuovo.”

“Sì, lo voglio. Porco!”

E così dicendo spinse. Ed entrò. Ero troppo eccitata quella sera e la situazione assurda e perversa aiutava molto. Normalmente avevo bisogno di più tempo e lubrificazione. Sentii in effetti anche un po’ più male del solito, ma mi sembrò una giusta punizione per i miei comportamenti deprecabili.

“Dove vuoi la prima sborra da sposata? Sto per godere.” disse lui mentre con gli stessi movimenti lenti e profondi mi scopava nel culo come aveva fatto con la fica.

“Va bene nel cu… anzi no. Sborrami in faccia.” dissi senza pensarci troppo. Era quello che preferivo ma col mio neo marito spesso me ne vergognavo e non glielo chiedevo.

“Ottima scelta. Puttana.”

Mi piaceva questo suo continuo sottolineare il mio essere trasgressiva. Erano insulti eccitanti, nel giusto contesto. Mio marito non era bravo a dirmeli, si faceva scrupolo.

Mi inondò viso e bocca.

“Stavo per masturbarmi quando mi è arrivato il tuo messaggio. E così ti becchi tutta la sborra che ho accumulato oggi e che tu hai contribuito a farmi accumulare.” mi disse mentre io mi leccavo le labbra per assaggiarne ancora un po’. Quanto mi sentivo troia in quel momento? Come mai prima di allora.

Ci salutammo in fretta, accordandoci per rivederci per visionare le foto, nel suo studio. Era chiaro ad entrambi che la revisione delle foto era una scusa per scopare di nuovo.

Rientrai in camera. Mio marito si rigirò nel letto, lamentandosi. Aprì leggermente gli occhi mentre io salivo sul letto, al suo fianco.

“Ciao, marito. Ciao, amore.” gli mormorai.

Lui mi guardò con gli occhi socchiusi. Non sembrava del tutto presente. Io avevo ancora gocce di sborra in faccia.

“Abbiamo scopato?” chiese.

“Sì, amore.” gli mentii.

Lui mi guardò, probabilmente notò che fossi nuda sotto la vestaglia aperta. Si toccò tra le gambe, trovandosi il cazzo moscio.

“Ti ho appena fatto un pompino e mi hai sborrato in faccia.” gli dissi e mi piegai verso di lui, per baciarlo con la mia bocca sporca di sborra.

“Mmh, bene…” bofonchiò lui e poi si rigirò nel letto. Dopo trenta secondi stava già di nuovo russando.

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