Minaccia o promessa?

“Sai cosa mi piacerebbe farti?” mi sussurrò all’orecchio con voce roca. “Mi piacerebbe prendere un bel cazzo finto di gomma, di quelli grandi, ungerlo ben bene e poi infilartelo su per il tuo culetto di maschio eterosessuale. Vorrei guardarti in faccia mentre ti svergino il culo. Vedrei la tua espressione passare da paura, rifiuto e vergogna ad estasi e lussuria quando ti rilassi e ti abbandoni al godimento. Vorrei sentire i tuoi mugolii da troia, così diversi da quelli che fai mentre mi scopi. Vorrei vedere il tuo cazzo che erutta, senza neanche essere toccato.”

Fece una pausa, smise di parlare. Mi guardò e rise.

“Tranquillo, non oggi. Voglio farti crescere dentro la voglia. Ho già capito che il tarlo ti è entrato nel cervello e non vedi l’ora. Non sei certo il primo a cui lo propongo.”

Attesa

arrivai a casa tardi. la casa era buia. vidi una luce accesa in camera, evidentemente mio marito mi aspettava lì.

entrai e lo vidi sul letto, nudo, con il petto giù e il culo in aria. accanto a lui aveva disposto la mia cintura fallica e la bottiglia di lubrificante. con le mani si apriva le chiappe, impaziente.

“è tanto che mi aspetti?” dissi io, sorpresa ma fino ad un certo punto. da quando l’avevamo fatto la prima volta era stato impaziente di riprovarlo.

non mi rispose.

cominciai a spogliarmi e intanto parlavo. gli dicevo quanto mi eccitava quella sua posizione, gli dicevo cosa gli avrei fatto con tutti i dettagli.

“basta parlare.” mi disse. “fottimi con il tuo cazzo. non ce la faccio più.”